Oy Fan! The Tide has moved!!

You'll beflushed away in 6 seconds in our new bay. If not, visit
http://www.tinytide.com
and update your bookmarks!! ;)

31 January 2009

TOP


Some months ago Dendrix showed me a guitar riff. He suggested me to use it in a future song. We were rehearsing as usual in a sort of a cave at "Magazzino Parallelo". Just because I suck on writing down notes and my memory leaks neurons out of the ears, I took out my Nokia and I filmed the riff. Months passed. That riff started to become a song in my mind during the hours spent each day on the car, and it ended on that "lot" of tunes that came in my mind like a blast during that period of time. I was sure of just one thing. The song should have started with the words:"Taking the money, the power, the glory, and taking and easy way out".

I was already looking for a song called "TOP" for the "TenneT" album, that should be placed as 2nd track after "FIX" (the last one is suppose to be called "AAA", just like when people had the worst score of ever during a rushed game), so I decided to combine those elements together.

I suppose this song is talking about ambition, that can go from being number one in a video game like "Jackal", rising in the lead of a nation and leading it to a war, starting your day as Obama in a college and finishing it like Hitler in a bunker.

I'm really proud of the 30' melodic bridge of the song. It's a pretty strange combination of chords. And that Dariella from Amari liked the song :)

As for the rest... It's a demo by now. I'm leaving it up to your hears.

Tiny Tide - "TOP"

Lyrics:

"Taking the power, the money, the glory
and taking an easy way out
Leaving no trace of the previous green horns
kicking some parts out of charts

Spinning the wheels on a jeep on a jungle and
waving the stripes from the flag
Minding the mines of mischevious meanings
and leaving the past to the dust

Cause here comes the madness
a trip to hell for two
just leave it to the jackal
and make sure the jeep is full
Akai yosai
has never been so near
Tokushu Butai Tiny
breaking right trhough with some pow pow

To the Top
for a day I will be your boss
to the top
of the top of them all
To the top
ain't no credits to stop me
go crying for more

To the top
for a day I will sit and stare
to the top
of the names of them all
to the top
there's no token to take me
just one step below

Basket and courts sends me thrills when I play ball
but tanks get so tight when you grow
Carving the pumpking is fun for the classmates
but I've got some good seeds to sow

Time for a change and it's strange when day brakes
all of the rules of the dawn
A great depression for grand colations
The rose of the party was crowned

Cause here comes the nazi
an holocaust for you
just leave it to the killer
and make sure the king is fool
Akai Yosai
Got frozen by the deal
Tokushu Butai Tiny
Undertaking Seargent Quint, you loose!



YOu're memory's gonna full ya
YOu're memory's gonna full ya
We're probably gonna loose your time

YOu're memory's gonna full ya
We're probably gonna fuck your time

Cause here comes the hit
the universal pic
she spits some guided missles
but you're still so out of reach
presidential palace just became a royal tank
it's fading in the sunset
while your trying to smash her stone head


To the Top
for a day I will be your boss
to the top
of the top of them all
To the top
ain't no credits to stop me
go crying for more

To the top
for a day I will sit and stare
to the top
of the names of you all
to the top
there's no token to take me
just one step below"

27 January 2009

I Signori Smiths e la cura

Capita che ci sia una scena. Capita che la scena si metta a incensire i classici. E' così che gli "House of Love" se ne escono con una canzone chiamata "The Beatles and The Stones", arrivando a cogliere a piene mani dalla Morandissima "C'era un ragazzo che come me bla bla bla".

Oh! Chi siamo noi per non essere da meno? Tributiamo chi veramente merita di essere lodato: nasce "The Smiths and the cure", o per citarla come Edo dei Jiea "come se i Belle & Sebastian abitassero a Misano e si mettessero a fare della dark-wave".

Sono molto orgoglioso dell'arrangiamento, del mio giro di chitarra Marriano e l'accompagnamento di Pop Porlock al piano. Il brano è venuto da se, concentrandomi sulle emozioni primordiali che mi davano i due gruppi, soprattutto i Cure, e prendendo a pretesto le volte in cui Manuel durante le prove era solito dirmi che avevo la voce come Robert Smith.

Sostanzialmente esiste questa specie di piaga, che viaggia attraverso i tubi catodici raggiungendo i fan della new-wave tramite cose tipo una primitiva MTV (i primi video dei Cure li ho trovati sempre molto inquietanti!) e finisce per appestare tutti gli abitanti dell'Inghilterra (una roba tipo zombie danzanti, il popolo di NME o del Covo). Non tutti vengono contagiati. Esistono persone comuni che non ritengono la band di Robert Smith degna di attenzione. Qualcosa quindi accade. Proprio da loro parte una cura per assurgere la scena musicale ad un nuovo equilibrio.

La parte centrale del pezzo, quella più simile agli Smiths, nasce da una vera e propria folgorazione. Avevo steso solo la prima parte del testo. Sabato. Vado a mangiare alcune pizze al taglio. Mi siedo al bancone. Leggo il giornale. Mi capita sotto mano questa notizia assolutamente meravigliosa: "Sovraffollamento nei cimiteri. I cittadini di Londra protestano contro la decisione di creare tombe con due ripiani per guadadnare spazio nei loculi". A Double Decked Coffin! Meraviglioso! Take me out, tonight!

Ecco una arbitraria interpretazione del testo:

"Tutto cominciò tra cavi e scintille, il virus si diffuse
le immagini scivolarono dagli apparecchi
in ogni casa, in ogni dove, con vermi e... porci schifosi!
la piaga prese possesso dei loro cervelli

Non tutti i ragazzi, non tutte le ragazze ne usirono pazzi
Molti non ci fecero proprio caso
Loro vivono le loro vite, amano i loro amori, li controllano ciecamente
Una speranza per neutralizzare la minaccia

I Signori Smiths e la cura
Non ti suona come un richiamo semantico?
Gli Smiths e i Cure

E nessuno vuole morire
in una domba a due piani nell'oscurità dei sovrafollati cimiteri inglesi
Nessuno vuole
Ma capita
di chinarsi per ritrovare la monetina
che hai fatto cadere dagli occhi
non potrai rialzarti per dire addio

La luce è morta, devi capire che qualcosa è cambiato
tuttavia le voci sono ancora vive nella contea
William, Keats e Giovanna D'Arco sono ritornati
Assieme a Cleopatra aspettano Cavalcanti.

Si rimboccarono le mani, trovarono una soluzione, ebbero la meglio
Gli anemici si liberarono della malevole debolezza
Il culto neo-romantico contempla le vie misteriose della Cattedrale di Manchester
Sono tornati dalle tombe per ballare, ecco cosa gli spetta...

The Smiths and The Cure..."

Tiny Tide - The Smiths And The Cure (Demo Acustica)

Tiny Tide - The Smiths And The Cure (Demo)

20 January 2009

Lust for lives

Live
La Vigna - Cesena
Porta Santi, Via Sobborgo Valzania 59
Venerdi' 6 Febbraio 2009

19 January 2009

Una notte di San Valentino


Essendo Febrero un concept album, mi ero prefissato fin dall'inizio di fare una canzone su San Valentino. Con "Valentine Disco Night" e' stata una delle rare volte in cui ho deciso di partire dal prendere in mano la chitarra per provare tecniche nuove piuttosto che sdraiarmi nel letto e sognare una melodia. Ho voluto provare a fare qualcosa di Math Rock, provando a colpire ritmicamente una sequanza di corde, anche solo tre o quattro, in maniera sequenziale, ritmata, ripetitiva, senza necessariamente pensare ad un accordo, affidandomi solo al suono (alla fine siamo ricaduti ad una variante semitonale alternata del mi minore, qualsiasi cosa voglia dire). Che nella prima demo acustica e alle prove, tra l'altro, ho mandato a puttante per uno stoppato.

Non ce l'ho fatta a resistere fino al ritornello. Gia' dal bridge la strofa si apre in un crescendo melodico che raccoglie tutto, dai Beatles ai Beck (hem... effettivamente copre solo la lettera B!).

Il finale. "Valentine DiscoNight" era l'ultima canzone che avevo previsto per "Febrero". Da un anno mi portavo dietro una sequenza di accordi a cui ero molto legato, che mi metto a suonare quasi ogni volta che prendo in mano una chitarra acustica in un ambiente in cui voglio creare un po' di atmosfera al posto di caciarare tutto con il solito "bleng-bleng" alla "barcellona". Un misto tra le B-Sided degli Oasis e le composizioni di Nancy Wilson. La cosa che mi ha lasciato stuipito... e' che il giro si collegava perfettamente con la canzone, ed ora e' parte integrante di essa.

La canzone è piaciuta molto a persone che rimanevano abbastanza indifferenti alle mie precedenti "canzoni indie", mentre di contro ha deluso alcuni dei miei fan piu' accaniti (uno e' arrivato a dire:"Ecco! E' finita! Hai imboccato una strada senza ritorno"!, e mi sono dovuto trovare a rassicurarlo!)

Il testo. Eh, il testo. Diciamo che ho raccolto le impressioni di vari San Valentino passati, partendo dalla morte di Marco Pantani, solo, in una stanza d'albergo, in una vasca da bagno, proprio la notte di San Valentino, mentre tutti gli innamorati si scambiano doni e dolci effusioni. Beh, si'. Diciamo che è una canzone che parla di come uno sia disposto a fare tutto per amore, da scappare di casa per rifugiarsi i una discoteca, e chi ripararsi in una camera d'albergo e finire per uccidersi.

Voi, nel dubbio, fate i bravi.

Tiny Tide - ValenTine Disco Night (Demo)

Ecco la traduzione bislacca:

"Il suo cuore gettà la spugna
non riusciva a sollevarlo (questa volta)
dal fondo della vasca
per tagliare il traguardo

(chours)

in una notte in discoteca a San Valentino
ero felice
che tu fossi mia

in una notte in discoteca a San Valentino
Eravamo roba che scotta
il posto era in fiamme

Lei chiuse la bocca
per tapparmi la bocca
e far fuori la testa
per farne uscire tutto
Lei chiuse la porta
e spense
perchè fosse ben chiaro
che si trattava di black-out

(/chours)

Oh! Il suo cuore era un pasticcio
dolce e piccante
miscelato col tempo
per provare che aveva ragione

ad amarlo cecamente
usciva di testa
così lasciò la casa
per prendere il bus

per una notte di San Valentino... (*chours)


[coda]

Così siamo qui, c'è voluto un po' di tempo
ma alla fine è sempre buio
Avrei dovuto saperlo che avevi già deciso
di riprenderti tutto fin dall'inizio
facendo del sesso il tuo colpo di grazia
per immortalare con un colpo un sorriso sincero
un altro orpello da lasciare alle spalle
al di là della neve che nasconde le tue intenzioni.
Addio."

18 January 2009

L'angolo del tastierista

un numero non ben identificato di NME, intervista dal futuro ...

[...]Intervistatore: ... vorrei che lei tornasse con la memoria su quella sessione di registrazione.
Paul Porlock: beh è strano che lei me lo chieda, comunque ricordo quella sessione alla Studio Sonda molto chiaramente. Non che all'epoca collaborassi molto con Mark Zonda, però c'era sto pezzo, e penso ne sia venuta fuori una cosa molto interessante.

Intervistatore: potrebbe raccontarci la storia dal principio.
Paul Porlock: sì certamente, dunque, c'era questo pezzo; mi pare Cure versus Smith.

Intervistatore: The Smiths and The Cure.
Paul Porlock: esattamente. In verità il pezzo era pressoché completo, sostanzialmente già col missaggio finale. E non era niente male ! Però evidentemente qualcosa non andava.

I: lo ritenevi tu o lo stesso Zonda ?
P: possiamo continuare a darci de lei, grazie.

I: chi pensava che qualcosa non andasse, lei o Mr. Zonda ?
P: entrambi, prima Zonda ovviamente, e poi quando ascoltai il missaggio fui d'accordo con lui. Non che ci fu una discussione in proposito, ma la questione musicale era evidente.

I: una questione musicale ?
P: Certo ! Si parla di questo no ? mica di patatine. Ora, evidentemente il brano mette a confronto due band fondamentali dei circuiti alternativi anglosassoni, ma forse di tutta la storia del rock come noi la conosciamo: i Cure e gli Smiths. Mica si poteva fare The Smiths and R.E.M. oppure R.E.M. and The Cure, sarebbe stato demenziale. Che poi se devo dire la mia personale opinione ho sempre preferito gli Smiths, la loro morbidezza sonora uinita a una brumosa malinconia tutta nordica, che non era proprio nelle caratteristiche dei ...

I: vorrei che non divagassimo e tornassimo alla questione musicale, sembra interessante.
P: lo è ! Il pezzo virava pericolosamente verso i Cure, era molto Cure e poco Smith per dirla breve. Penso che l'idea di Zonda di aggiungere qualche sequenza di piano fosse azzeccata, vincente proprio. Si rivolse a me. A dirla tutta ci fu l'intermediazione di una conoscenza comune, quasi un mio alter-ego.

I: quindi vi prendeste qualche giorno per studiare gli arrangiamenti, le timbriche, ...
P: nient'affatto ! Fu tutto molto veloce; mi piace pensare che le cose migliori si possano fare in un colpo e via ! Vi ricordate quei capolavori Jazz ? Ebbene lei pensi che molte delle registrazioni migliori del primo Quintetto di Miles Davis, con Coltrane al sax, venivano portate a termine in poco più di un giorno. Parliamo di album completi, registrati per intero in poco più di un giorno, con una, due o al massmo tre take per brano ! Per non parlare poi ...

I: le chiedo di non divagare troppo, perché credo che stiamo entrando nel vivo della questione...
P: mentre guidavo per andare allo Studio Sonda, mi rendevo conto di aver ascoltato il pezzo due o tre volte al massimo, di non conoscerne gli accordi, e di non avere la minima idea di quel che avrei fatto al piano.

I: preoccupato ?
P: solo di quanto tempo ci sarebbe voluto. Sa, il parchimetro ! Sono arrivato alle 14.30 e avevo messo due ore di parchimetro, ero un po' preoccupato. Ma per le 16.30 avevamo già fatto tutto.

I: mi sembra incredibile.
P: tirammo giù gli accordi, facemmo qualche prova piano e chitarra, e poi s'iniziò a registrare. Prima dall'inizio alla fine, poi ci soffermammo su alcuni punti d'interesse. Non so se da qualche parte sono ancora conservate quelle tracce audio, si potrebbe sentire tranquillamente di come fossi impreciso e privo d'idee. Come al solito il talento di Zonda mise riparo alla situazione, la sequenza finale al piano, quella specie di arpeggiato fu una sua idea. Lui la mente io il braccio, anzi le dita ! Ripeto, in meno di due ore avevamo terminato.

I: il risultato finale mi è sempre sembrato eccellente. Tu ne sei stato soddisfatto ?
P: Molto soddisfatto ! Lo sono tuttora; il pezzo era già pressoché completo, bisognava correggerlo un po', non si trattava certo d'inondarlo di fiumi di accordi al piano (mia insanabile caratteristica, essere debordante). Bastava dare un'aggiustatina qui, un colpetto là. Quando finimmo, non mi sembrava avessimo combinato granché, invece fui stupefatto del sapiente taglia e cuci di Mark: isolò e valorizzo le cose migliori. Un ottimo lavoro: ben fatto Mark, sei un vero maestro nella tua arte !

I: quel pezzo decretò la fortuna del gruppo e fu la chiave di volta per un'intera generazione di musicisti indie-pop. Ti senti orgoglioso di aver dato il tuo contributo ?
P: Non me ne frega un cazzo ! Hey Mark, fottuto bastardo, mi devi ancora i soldi dell'ingaggio !
[...]

11 January 2009

La strada per le fate


"If you, Sir Conan Doyle, believe in fairies, Must I believe in Mister Sherlock Holmes?"

Questo brano nasce da qualche parte tra i 2006 e il 2007. Sostanzialmente da un esercizio di finger-picking (la tecnica country per pizzicare la chitarra acustica). All'inizio c'era soltanto una strofa spezzata. "There was a road, that lead nowhere, we used to walk, when we were fair".

Praticamente "c'era una strada che non portava da nessuna parte, che eravamo soliti percorrere quando eravamo persone ammodo". Gentili, Fate, Fiere. L'imbarazzo della scelta. Alla fine ho pensato a immaginarmi perso in una selva oscura piuttosto che in una strada per Counterbury. Ma la direzione era quella.

E il brano è rimasto li', in una demo provvisoria che faceva fatica ad arrivare ad un minuto, chiuso in un cassetto per tanto tempo. Ero in un periodo molto ispirato (anche se stavo registrando "pre-go", l'album mai portato a termine in Italiano). Imparavo nuove cose con la chitarra (che devo ancora imparare), ero rapito dalle suggestioni alt-country, leggevo i saggi di Lester Bangs. Lester sparava veleno su tutto, ma quando aveva degli innamoramenti erano delle belle botte. Lester diceva che per innamorarsi di un album bisogna prenderlo in mano al momento giusto. Non siamo nemmeno noi a sceglierlo, quel momento. Arriva tutto per caso. A lui capità con "Astral Week", un album che in qualsiasi altro momento della sua vita lo avrebbe schifato. Lester si sofferma per ben due facciate a descrivere minuziosamente le armonie vocali da pazzo allucinato e artista ispirato di Van Morrison. Ho cercato di seguire alcune delle intuizioni che avea cosi' abilmente colto il giornalista gonzo americano. Ma il piu' direi che sono influenze dirette di Jim James.

Ma cosa me ne facevo in quel momento di un brano in Inglese? Chiesi al des amerikaniske freund Clinton Charlton se avesse avuto voglia di portarlo a termine. Tanto entusiasmo. Come per tante cose che poi si spengono. All'inizio si era parlado di uno split in vinile. Poi, per sua pigrizia, non se ne fece piu' nulla.

Finche'. Finche' finche' finche'. Passano gli anni, comincio a registrare demo per le "February Sessions", e a Wildheart viene voglia di rimettere mano al brano. E con che maestria. Ora sembra un brano tratto da una colonna sonora di un anime di Yoko Kanno (la colonna sonora, non l'anime), con una seconda parte orchetraele degna del compendio ad "Eleanor Rigby" di Paul in "Give my regards to Broad Street" ("Eleanor Dream").

E cosi' mi e' "toccato" di portare a termine la scrittura della canzone. Quanto sangue trasparente versato. Penso che sia stata la prima canzone dove, dopo tanta spensierata allegria e astrazione abbia pennellato con le tinte blue di un sentimento che mi stringe il cuore ancora oggi.

Recentemente ho riascoltato molto il brano. Ho registrato le voci per un'EP di prossima (siamo sicuri?) uscita. Proprio sulla base di Wildheart. Straziante. Oltre che stupido sono proprio masochista. Ecco qui una delle possibli traduzioni in Italiese:

"C'era una strada
che non conduceva da nessuna parte
eravamo soliti percorrerla
quando eri gentile

Ma la strada ora è sparita
e la ragazza, beh, si è smarrita
non farà pià ritorno

La chiamata d'aiuto,
che mai giunse (giunse)
trovò il suo rifugio
ma lei se ne era andata
Trattenete il ragazzo dal cacciare fantasmi.
Sto tornando a casa"

Tiny Tide - Road to Fairies (First Wildheart Version, Simona on back vocals)

6 January 2009

Hey! Facebook

Mark , mi sa che il prossimo EP sarò più simile ad un EP dei Coldplay che dei We're From Bertinoro... 10:46pm - 28 Comments

Alessandro Fagioli at 11:18pm January 5
Spacca "the smiths and the cure"

Mark Zonda at 11:20pm January 5
AHAHAH! Grazie. Oggi ho rifatto la voce, ma metà del brano sarà da rimontare. Il resto dell'EP sara' molto differente. Un piccolo mondo (antico) tutto suo. Tutto bene li' da voi? Decisa la pettinatura? (Beato te che puoi "decidere una pettinatura!")

Alessandro Fagioli at 11:25pm January 5
Un Ep che precede un album? I capelli li ho tagliati qualche giorno fa,io sono a posto per ora.L'unico è Andre che è ancora molto indeciso del suo parrucchino :)
AH buon tiny2009!

Mark Zonda at 11:30pm January 5
Si'. E' praticamente pronto. (L'EP. Dell'album esistono solo i click delle prime 3 canzoni. Sempre se vanno bene a Michele). Buon 2009 of Venice. Non vedo l'ora di vedervi al Maison Lulù!

Mark Zonda at 11:30pm January 5
(cazzo... è vero... sui "Capelli Connection" mi sono confuso con Andre :D :D :D)

Alessandro Fagioli at 11:33pm January 5
EHm..ecco la prima brutta notizia del 2009 *sorride isterico* non suoneremo alla Maison Lulù anche se su myspace è ancora segnalato. Ad aprile cominceremo a registrare l'album, per cui dovrei andare di corsa nella produzione dei nuovi brani e così non abbiamo avuto il tempo di preparare un set acustico che possa definirsi eccellente. Sei ancora nostro amico?

Mark Zonda at 11:38pm January 5
NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

Mark Zonda at 11:39pm January 5
BASTARDIIIIIIIIIIIIII!!!!!

Mark Zonda at 11:39pm January 5
Certo che sono vostro amico. Pero' mi dispiace molto :(

Alessandro Fagioli at 11:42pm January 5
A quanto pare me la sono cavata con poco. Ma il fatto che non suoneremo non implica che non continueremo a lavorare su un'esibizione acustica. Quando saremo pronti la faremo senza meno. Quante ore al giorno dedichi alla composizione?

Mark Zonda at 12:08am January 6
Bella domanda. Ormai è diventata una routine. Nel senso che seguo il ciclo Scrivere canzone > Incidere Demo > Cantarla con gli altri. Però ogni volta che finisco di scrivere una canzone non mi metto mai a risuonarla. La lascio riposare per un giorno e la riprendo in mano il successivo. Soprattutto con canzoni dalle strofe molto lunghe. Non voglio affrettarle, e ingenere quindi scrivo una strofa al giorno. Questo per le canzoni molto impegate. Ma....

Mark Zonda at 12:09am January 6
Il problema è che, in questo periodo, mi ero ripromesso di prendermela comoda, perchè ho terminato tutte le canzoni di "Febrero" (ci ho messo due anni tra scrittura e incisione delle demo), e non c'era nessuna urgenza di scriverne delle nuove per l'album successivo. Ma...

Alessandro Fagioli at 12:12am January 6
..evidentemente non riesci a farne a meno. E' decisamente una splendida attitudine. Sarai costretto a scrivere e incidere canzoni per il resto della tua vita :)

Mark Zonda at 12:12am January 6
Non so cosa sia successo. Cioè. Ho questo potere di poter semplicemente crearmi un'area di sospensione e isolamento, stendermi sul letto, fantasticare, pensare ad un'emozione forte, o prendere uno spunto da una cosa che mi ha colpito recenemente, e mettermi a comporre. Non dico a comando, ma quasi (ok, a comando). Il problema è che in questo periodo sono stato INVASO DA INDESIDERATE ISPIRAZIONI. E ora sono addirittura indietro con le idee che mi sono venute (colpa di due ore in macchina da affrontare tutti i giorni. A volte mi vengono delle idee, spengo la radio, e mi metto a cantarle.) Una sera (guarga la pazzia) ho tirato fuori il cellulare e mi sono videoregistrato un riassunto di tutte le idee che mi erano venute fuori (5 canzoni, mica 3 album). Sono piu' o meno a meta' del lavoro. Una era "DAT".

Mark Zonda at 12:13am January 6
La difficoltà con "TenneT" è che non posso aggrapparmi ai titoli. E' un po' un esercizio. Quasi tutte le mie canzoni partono da un titolo. Mi ritrovo a camminare e pensare:"Ma non sarebbe bello fare una canozne che si intitola..."

Mark Zonda at 12:14am January 6
Magari. Ad esempio mi piacerebbe molto scrivere una canzone per voi. Ma non vorrei essere invadente :D

Alessandro Fagioli at 12:16am January 6
!!!!!
Bravo! Io sono decisamente più letargico, faccio un pezzo soltanto se ho una pulsione irrefrenabile da dentro. Però forse dovrei darmi una svegliata, vagonate di idee mi muoiono in testa e scritte in qualche foglio o incisie in qualche perduta registrazione. Credo si tratti di questione di abitudine e anche di ambiente

Alessandro Fagioli at 12:17am January 6
Macchè invadente!! Se hai un qualcosa che pensi per noi possa andare, devi farlo :)

Mark Zonda at 12:19am January 6
La cosa bella sarebbe la sfida di farlo a partire da zero. Cioe', pensare "cazzo... sarebbe figo se gli Stones salissero sul palco e facessero una canozne del genere". La sfida grossa con voi è che la parte da leone la fanno gli arrangiamenti. Quelli si' che sono un casino...

Alessandro Fagioli at 12:23am January 6
Quei ragazzi una volta che entrano nel mood ci sanno davvero fare. Lo ammetto, a volte ci si mette tutti a ragionare per fare filare le cose lisce come l'olio e ci vogliono spesso intere settimane di prove per rivolvere 5 secondi di canzone..la testardaggine vince

Mark Zonda at 12:23am January 6
Secondo me conta molto l'ambiente. Leggevo che a questo c'e' arrivato anche RIvers Cuomo degli Weezer. Ci sono certe situazioni che creano tutta un'attitudine. Una stanza silenziosa e confortevole è il top, anche se la maggior parte delle ispirazioni poi mi vengono canticchiando cose in macchina o facendo passeggiate, in modo non programmato. Non c'e' una regola insomma. Pero' con un po' di fantasia a volte si puo' dare una spintina alla ruota della fortuna :D Ad esempio mi fa un po' rabbia che i brani che piacciono di piu' agli altri (Vedi "February") mi sono nati in modo meccanico e non li ho mai sentiti figli di nessuna musa particolare. Evidentemente la mia percezione della musica fa cagare alle masse :D

Mark Zonda at 12:24am January 6
Siete un mito. Vedete di non deludermi perche' il 50% di voi come band nasce dal fatto che stimo prima di tutto voi come gruppo di persone. Da fuori sembrate incredibilmente determinati, colti, sognatori, ispirati. Mica cazzi!

Alessandro Fagioli at 12:26am January 6
AHAH :D No la percezione è semplicemente diversa. Ovviamente tu che ci sei dentro capisci che se un brano nasce e si sviluppa in maniera meccanica, per te scema un poco di significato, ma questo gli altri non lo sanno e non lo sapranno mai, per cui non si pongono domande. Ascoltano e basta

Mark Zonda at 12:31am January 6
Ma anche dal punto di vista melodico. A me piacciono tantissimo le melodie. Vedo che pero' alla gente piacciono molto di piu' le cose monocordi. Mah.

Alessandro Fagioli at 12:35am January 6
Per questo dobbiamo solo&soltanto ringraziare MTV. Credo che a ben guardarci, il 97% de brani che trasmettono, abbiano un cambio massimo di 3 accordi in 4 minuti. Quella stazione tv ha annichilito il cervello ai più

Mark Zonda at 12:38am January 6
Negli anni 90 andava la discoteca. Ora i Disco Drive. Signori, è tutto.

Alessandro Fagioli at 12:46am January 6
Passo e chiudo. Ho notato che questa discussione di alto grado ha monopolizzato la tua homepage facebookiana :)

Mark Zonda at 12:55am January 6
Sono ALTAMENTE tentato di fare CTRL+C CTRL+V sul blog :D

Alessandro Fagioli è il cantante degli Stones of Venice. Potete visitare il loro sito QUI.

そばにいれば

Andare in un uno studio di registrazione vero è un'esperienza che concerva sempre un fascino di sacrale misticità. Oggi non è stata da meno.

Riesco ad anticipare l'appuntamento al pomeriggio invece che la sera e ne rimango solo che contento. In collina, dalle nostre parti, tanta neve e nebbia.

Se la volta precedente (dovevo registrare la voce) ero rimasto assolutamente folgorato e divertito dalle possibilità di un buon impianto voce e uno studio adeguato (del tipo cade uno spillo per terra e lo senti), oggi ero abbastanza terrorizzato. Ma alla fine abbiamo dato il meglio di noi.

Ogni brano quasi una voce diversa. Forse la cosa venuta peggio è stata la difficilissima "I Would Say", ma Marco, il tecnico che assiste suo malgrado anche alle mie lezioni di canto, ha garantito che non l'ho mai cantata cosi' bene. E' stato il brano su cui comunque abbiamo ri-registrato e rimaneggiato di più. Gli altri 3 sono andati bene praticamenta alla prima. Ormai li so a memoria. Solo "The Smiths and the Cure", tra suonarla ed ascoltarmela l'avro' sentita un centinaio di volte in una settimana. E non sto esagerando.

"Sei impressionante. Una macchina. Ripeti le stesse parti vocali in modo identico in ogni passaggio con una precisione incredibile. Si vede che ci hai studiato sopra parecchio".

Invece - piccolo aneddoto - "Do mean it's a mess" era la prima volta che la cantavo. L'avevo solo sussurrata questa mattina controllando se la base era venuta registrata, giusto per scandire le parole (ho tormentato un paio di persone su Facebook consultandomi sull'esatta pronuncia di "chimes"). Il brano non presentava particolari difficolta'. Tutto ok.

Ma la cosa che ha sbalordito di più Marco la voce che ho tirato fuori per "The Smiths and The Cure" (Anche "Road to Fairies", che poi abbiamo addato di chours stereofonici per farla sembrare un'autentica produzioen "MyMorning Jacket").

Alla fine è arrivata anche Simona. Risentivamo i brani, e ad un certo punto mi sono sentito come il protagonista di Duma Keys quando si reca per la prima volta a far valutare la qualità dei suoi quadri.

"Ah si'. Non c'e' niente da dire. Ha talento. Per me ce la fa".

Io dico che si fa presto a ubriacarsi di facili entuasiasmi. Intanto godiamoci la sbornia.

5 January 2009

And the winner is...


... We have a winner! Gabriele Simoni is now the proud owner of the famous "Mic Starr Tiny Brushes" Viva Viva :)



Let's Rock

Il caso ha voluto che avessimo una scheda su Rock.it. Non so per quanto. Quindi gogetevela.

1 January 2009

DAT (Pt.3)

Here we are. I think I can proudly say that this demo is finally over. Enjoy that on these couple of years because it will take time before we will go all together in a studio to record our second album "Tennet", where it will appear. Meanwhile... any feedback is warmly appreciated and welcome. Ciao :)

Tiny Tide - DAT