Andare in un uno studio di registrazione vero è un'esperienza che concerva sempre un fascino di sacrale misticità. Oggi non è stata da meno.
Riesco ad anticipare l'appuntamento al pomeriggio invece che la sera e ne rimango solo che contento. In collina, dalle nostre parti, tanta neve e nebbia.
Se la volta precedente (dovevo registrare la voce) ero rimasto assolutamente folgorato e divertito dalle possibilità di un buon impianto voce e uno studio adeguato (del tipo cade uno spillo per terra e lo senti), oggi ero abbastanza terrorizzato. Ma alla fine abbiamo dato il meglio di noi.
Ogni brano quasi una voce diversa. Forse la cosa venuta peggio è stata la difficilissima "I Would Say", ma Marco, il tecnico che assiste suo malgrado anche alle mie lezioni di canto, ha garantito che non l'ho mai cantata cosi' bene. E' stato il brano su cui comunque abbiamo ri-registrato e rimaneggiato di più. Gli altri 3 sono andati bene praticamenta alla prima. Ormai li so a memoria. Solo "The Smiths and the Cure", tra suonarla ed ascoltarmela l'avro' sentita un centinaio di volte in una settimana. E non sto esagerando.
"Sei impressionante. Una macchina. Ripeti le stesse parti vocali in modo identico in ogni passaggio con una precisione incredibile. Si vede che ci hai studiato sopra parecchio".
Invece - piccolo aneddoto - "Do mean it's a mess" era la prima volta che la cantavo. L'avevo solo sussurrata questa mattina controllando se la base era venuta registrata, giusto per scandire le parole (ho tormentato un paio di persone su Facebook consultandomi sull'esatta pronuncia di "chimes"). Il brano non presentava particolari difficolta'. Tutto ok.
Ma la cosa che ha sbalordito di più Marco la voce che ho tirato fuori per "The Smiths and The Cure" (Anche "Road to Fairies", che poi abbiamo addato di chours stereofonici per farla sembrare un'autentica produzioen "MyMorning Jacket").
Alla fine è arrivata anche Simona. Risentivamo i brani, e ad un certo punto mi sono sentito come il protagonista di Duma Keys quando si reca per la prima volta a far valutare la qualità dei suoi quadri.
"Ah si'. Non c'e' niente da dire. Ha talento. Per me ce la fa".
Io dico che si fa presto a ubriacarsi di facili entuasiasmi. Intanto godiamoci la sbornia.
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