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11 January 2009

La strada per le fate


"If you, Sir Conan Doyle, believe in fairies, Must I believe in Mister Sherlock Holmes?"

Questo brano nasce da qualche parte tra i 2006 e il 2007. Sostanzialmente da un esercizio di finger-picking (la tecnica country per pizzicare la chitarra acustica). All'inizio c'era soltanto una strofa spezzata. "There was a road, that lead nowhere, we used to walk, when we were fair".

Praticamente "c'era una strada che non portava da nessuna parte, che eravamo soliti percorrere quando eravamo persone ammodo". Gentili, Fate, Fiere. L'imbarazzo della scelta. Alla fine ho pensato a immaginarmi perso in una selva oscura piuttosto che in una strada per Counterbury. Ma la direzione era quella.

E il brano è rimasto li', in una demo provvisoria che faceva fatica ad arrivare ad un minuto, chiuso in un cassetto per tanto tempo. Ero in un periodo molto ispirato (anche se stavo registrando "pre-go", l'album mai portato a termine in Italiano). Imparavo nuove cose con la chitarra (che devo ancora imparare), ero rapito dalle suggestioni alt-country, leggevo i saggi di Lester Bangs. Lester sparava veleno su tutto, ma quando aveva degli innamoramenti erano delle belle botte. Lester diceva che per innamorarsi di un album bisogna prenderlo in mano al momento giusto. Non siamo nemmeno noi a sceglierlo, quel momento. Arriva tutto per caso. A lui capità con "Astral Week", un album che in qualsiasi altro momento della sua vita lo avrebbe schifato. Lester si sofferma per ben due facciate a descrivere minuziosamente le armonie vocali da pazzo allucinato e artista ispirato di Van Morrison. Ho cercato di seguire alcune delle intuizioni che avea cosi' abilmente colto il giornalista gonzo americano. Ma il piu' direi che sono influenze dirette di Jim James.

Ma cosa me ne facevo in quel momento di un brano in Inglese? Chiesi al des amerikaniske freund Clinton Charlton se avesse avuto voglia di portarlo a termine. Tanto entusiasmo. Come per tante cose che poi si spengono. All'inizio si era parlado di uno split in vinile. Poi, per sua pigrizia, non se ne fece piu' nulla.

Finche'. Finche' finche' finche'. Passano gli anni, comincio a registrare demo per le "February Sessions", e a Wildheart viene voglia di rimettere mano al brano. E con che maestria. Ora sembra un brano tratto da una colonna sonora di un anime di Yoko Kanno (la colonna sonora, non l'anime), con una seconda parte orchetraele degna del compendio ad "Eleanor Rigby" di Paul in "Give my regards to Broad Street" ("Eleanor Dream").

E cosi' mi e' "toccato" di portare a termine la scrittura della canzone. Quanto sangue trasparente versato. Penso che sia stata la prima canzone dove, dopo tanta spensierata allegria e astrazione abbia pennellato con le tinte blue di un sentimento che mi stringe il cuore ancora oggi.

Recentemente ho riascoltato molto il brano. Ho registrato le voci per un'EP di prossima (siamo sicuri?) uscita. Proprio sulla base di Wildheart. Straziante. Oltre che stupido sono proprio masochista. Ecco qui una delle possibli traduzioni in Italiese:

"C'era una strada
che non conduceva da nessuna parte
eravamo soliti percorrerla
quando eri gentile

Ma la strada ora è sparita
e la ragazza, beh, si è smarrita
non farà pià ritorno

La chiamata d'aiuto,
che mai giunse (giunse)
trovò il suo rifugio
ma lei se ne era andata
Trattenete il ragazzo dal cacciare fantasmi.
Sto tornando a casa"

Tiny Tide - Road to Fairies (First Wildheart Version, Simona on back vocals)

2 comments:

Stefano "WildHeart" Lanzavecchia said...

Non che la cosa ti renda la vita migliore, ma sappi che non sei l'unico romantic-masochista in circolazione... E grazie per i complimenti :)

20nd said...

;)

Ieri io e Share facevamo la Top5 dei "brani pop che ti fanno piangere" :D